venerdì 18 aprile 2025

MORITE DI CANCRO MANGIATORI DI CADAVERI

 Umberto Veronesi ha più volte detto che la carne è cancerogena. La specie umana appartiene ad una specie erbivora. Lo disse già Rousseau in due note nel Discorso sull'origine e i fondamenti dell'ineguaglianza tra gli uomini considerando la lunghezza ell'intestino e la dentatura

L'impostura umana. Nella trasmissione dritto e rovescio i sostenitori carnivori dovrebbero imitare gli animali carnivori mangiando carne cruda. La cottura della carne è un fatto culturale e non naturale. E almeno una volta nella vita dovrebbero fare i macellatori invece di demandare ad essi il compito di sporcarsi le mani di sangue uccidendo, dissanguando, spellando e squartando il cadavere. Ciò che più mi fa schifo di questa umanità è l'impostura. Il mio odio per questo papa mancato macellaio non ha limiti. Gli si legga la vita

 
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mercoledì 16 aprile 2025

LEGGI NAZISTE A PROTEZIONE DEGLI ANIMALI.

Ho visto nella trasmissione di Bianca Berlinguer scene tremente di poveri agnellini belandi perché stipati in grossi camion a più piani dopo essere stati separati dalle madri. Come è possibile che esistano individui che al posto del cuore hanno una pietra? E dopo un lungo viaggio capiscono che cosa li aspetta. E allora ho pensato a questo maledetto papa che mai è intervenuto contro le sofferenze di questi poveri agnellini. Ho il cuore straziato vedendo queste scene di crudeltà. E la gente si raduna per vedere questo papaccio che disse  che da bambino voleva fare il macellaio. Se veramente la gente capisse di che brutta pasta sia fatto questo papa...Insensibile alle sofferenze degli animali, così dolci nel loro aspetto da muovere a tenerezza. Quando questo papaccio morirà la Chiesa avrà perduto una delle peggiori e odiose figure. Credo che gli agnellini siano maschi perché improduttivi. Il latte serve agli uomini nonostante serva agli agnellini. Nessuna parola è stata spesa a favore di questi bambinelli sofferenti. Avrei voluto festeggiare la morte di questo papa. Ma come è mai possibile che sia incapace di dire, come disse invece il suo predessore, che l'antica tradizione ebraica del sacrificio dell'agnello doveva essere superata dopo il sacrificio della Croce, con cui doveva ritenersi chiusa tale orrida tradizione? Per i poveri agnellini belanti di sofferenza nessuna pietà viene manifestata. Non viene nemmeno usata l'anestesia perché vengono uccisi entrando nei mattatoi dove vengono uccisi con un colpo di coltello sulla giugulare. E ho sentito Mauro Corona che ha cercato di farsi benvolere dicendo che aveva ridotto il consumo della carne. I mangiatori di cadaveri di agnellini dovrebbero essere capaci di ucciderli entrando in un mattatoio. Rita Dalla Chiesa è sta l'unica a condannare tali sofferenze. E non mi si dica adesso che sbaglio dicendo che sto per scrivere. I mangiatori di cadaveri non pensano da quali sofferenze provengano la carne dei cadaveri di cui si nutrono. Sono peggio dei nazisti.Traggo le pagine seguenti dal mio libro Scontro tra culture e metacultura sciientifica.  

Proseguo con la citazione delle leggi naziste a protezione degli animali. .                  

Può sembrare paradossale che la prima, e tuttora migliore, espressione di una Legislazione a protezione degli animali e dell’ambiente sia stata voluta dal nazismo negli anni 1933-35. Hitler (vegetariano) disse in un discorso: “Nel nuovo Reich non dovrà esserci più posto per la crudeltà verso gli animali”. Principale teorico di tale legislazione fu il biologo Walter Schoenichen,[1] le cui idee possono sembrare affini a quelle che ispirano oggi l’ecologia profonda, per il vedere l’uomo, non come padrone di una natura umanizzata, ma come responsabile di uno stato originario della natura fornito di diritti naturali, sul presupposto romantico e antiilluministico del rifiuto di separare la natura dalla cultura e con una conseguente condanna, da parte del nazismo, di ogni pretesa di asservimento coloniale di altri popoli all’interesse capitalistico, che non rispetta le diversità e l’identità delle popolazioni indigene e porta all’omogeneizzazione della specie umana. In tali leggi si riconosce un diritto naturale persino alle rocce, che devono essere rispettate per lo stesso diritto globale che ha l’ambiente anche come paesaggio. Esse, tra l’altro, prevedevano una pena minima di due anni di carcere per maltrattamento e abbandono di animali, imponevano l’anestesia totale nei mattatoi, dove fu vietata la barbarie del rito sacrificale ebraico-islamico, che richiede che l’animale muoia cosciente per dissanguamento, e vietavano qualsiasi forma di allevamento che costringesse gli animali a vivere in poco spazio, secondo i sistemi di allevamento industriale odierni, chiamati “razionali”.                

 E’ stato scritto[2]  che “dobbiamo diffidare della demagogia che fa leva sull’orrore che giustamente ispira il nazismo per squalificare a priori qualsiasi preoccupazione di carattere ecologico” . Solo il pregiudizio ideologico può impedire di cogliere ciò che di giusto espresse il nazismo in fatto di protezione della vita animale e dell’ambiente, di fronte al quale ci si deve domandare perché oggi l’Europa, che si ritiene civile, voglia essere peggio del nazismo consentendo una tradizione barbara come la corrida (contro cui nessun papa ha pronunciato mai una condanna), giustificando con il rispetto della diversità religiosa, e perciò subordinando alla morale il diritto, il crudele rito ebraico-islamico di macellazione (che vieta che l’animale venga prima privato dei sensi),[3] legalizzando i sistemi di allevamento industriali, la nutrizione forzata delle oche, proibita anch’essa dalla legge nazista, che regolava dettagliatamente le condizioni alimentari, di riposo, di aerazione e di trasporto degli animali, perché non vi fosse per essi alcun motivo di sofferenza. Certamente il progresso minimo che sinora si è avuto in tema di diritti degli animali non è dovuto al monoteismo di radice ebraica, maggiore fonte in Occidente dell’antropocentrismo.[4]

Può sembrare paradossale che la prima, e tuttora migliore, legislazione a protezione degli animali e dell’ambiente sia stata voluta dal nazismo negli anni 1933-35. Hitler (vegetariano) disse in un discorso: “Im neuen Reich darf es keine Tierqualerei mehr geben” (Nel nuovo Reich non può esserci più posto per la crudeltà verso gli animali). Il 24 novembre 1933 (anno dell’ascesa al potere del nazismo) fu approvata l’imponente legge sulla protezione degli animali (Das deutsche Tierschutzrecht),[1]seguita il 3 luglio 1934 dalla legge che poneva severe limitazioni alla caccia (Das Reichsjagdgesetz) e dalla legge dell’1 luglio 1935 a protezione della natura (Reichsnaturschutzgesetz). La legge nazista previde come pena due anni di carcere per abbandono o per maltrattamento di animali. E impose l’anestesia totale nei mattatoi, dove fu vietata la barbarie del rito sacrificale ebraico-islamico. Principale teorico di tale legislazione fu il biologo Walter Schoenichen,[2] le cui idee possono sembrare affini a quelle che ispirano oggi l’ecologia profonda, per il vedere l’uomo, non come padrone di una natura umanizzata, ma come responsabile della conservazione di uno stato originario della natura sul presupposto romantico e antiilluministico del rifiuto di separare la natura, dalla cultura e con una conseguente condanna, da parte del nazismo, di ogni pretesa di asservimento coloniale di altri popoli all’interesse capitalistico, che non rispetta le diversità e l’identità delle popolazioni indigene e porta all’omogeneizzazione della specie umana.     

Rimaneva nelle suddette leggi naziste una certa ambiguità tra il riconoscimento di diritti intrinseci alla natura e l’affermazione, compresa nella legge sulla caccia, “che si è assegnato il compito della salvaguardia della selvaggina come uno dei nostri beni culturali più preziosi del popolo tedesco”. Di fatto prevaleva una concezione non fondata sul diritto naturale, ma su un concetto dell’uomo considerato come responsabile della salvaguardia della natura, anche se non più come padrone di una natura umanizzata. Le conseguenze di una mancata concezione del diritto naturale si sono viste.

E’ probabile che il nazismo abbia visto nell’ebraismo il responsabile storico di una concezione antropocentrica della natura, come è probabile che il secondo Heidegger abbia desunto dal nazismo il concetto antiumanistico dell’uomo come “custode dell’essere” (Lettera sull’umanesimo, 1947) e non come signore di esso, secondo la concezione espressa nel Genesi. La custodia dell’essere diviene per Heidegger la condizione di un nuovo “far abitare la terra”, dove l’abitare è “il soggiornare presso le cose”, che “può accadere nella misura in cui i mortali proteggono e curano le cose che crescono” da sé. [3] “Ciò che minaccia l’uomo di morte è l’incondizionatezza del puro volere”,[4]è il “dominio dell’im-posizione, che esige la impiegabilità della natura” tramite la tecnica scissa dalla custodia della terra,[5] che provoca una “circolarità tra usura e consumazione” e “fa violenza alla terra e la trascina nell’esaustione”, obbligandola ad “andare oltre il cerchio della possibilità che questa ha naturalmente sviluppato”, per porla “sotto il dominio della volontà di volontà che rende manifesta l’insensatezza dell’agire umano posto come assoluto”.[6]        

Certamente Heidegger nel mare dell’antropocentrismo della filosofia contemporanea è stato il filosofo meno antropocentrico per avere considerato il linguaggio umano come linguaggio appartenente all’essere prima che all’uomo. 

           

E’ stato scritto[7] che “dobbiamo diffidare della demagogia che fa leva sull’orrore che giustamente ispira il nazismo per squalificare a priori qualsiasi preoccupazione di carattere ecologico”. Se qualcuno argomentasse senza logica, anzi, senza cervello, dicendo che in compenso i nazisti fecero morire milioni di ebrei ( e non soltanto ebrei) nelle camere a gas, si potrebbe rispondere con logica che allora per essere antinazisti bisogna continuare a permettere che gli ebrei credenti (e gli islamici) continuino ad aggiungere altre e inutili sofferenze agli animali nei mattatoi. Solo il pregiudizio ideologico può impedire di cogliere ciò che di giusto espresse il nazismo in fatto di protezione della vita animale e dell’ambiente, di fronte al quale ci si deve domandare perché oggi l’Europa, che si ritiene civile, voglia essere peggio del nazismo consentendo una tradizione barbara come la corrida (contro cui nessun papa ha pronunciato mai una condanna), giustificando con il rispetto della diversità religiosa, e perciò con la subordinazione del diritto alla morale, il crudele rito ebraico-islamico di macellazione (che vieta che l’animale venga prima privato dei sensi prima di essere ucciso),[8] legalizzando i sistemi di allevamento industriali, la nutrizione forzata delle oche, proibita anch’essa dalla legge nazista, che regolava dettagliatamente le condizioni alimentari, di riposo, di aerazione e di trasporto degli animali, perché non vi fosse per essi alcun motivo di sofferenza. Gli ebrei hanno sofferto meno nelle camere a gas naziste,??!![9] dove perdevano i sensi in meno di un minuto, di quanto soffrano tuttora, come documenteremo, gli animali nei mattatoi costretti a terra su un fianco, legati per le zampe e coscienti mentre si divincolano sino alla morte durante il lungo tempo del dissanguamento a causa della barbara “macellazione rituale” ebraico, accolta dagli islamici.[10]



[1]  Della suddetta legge diedero un commento analitico e storico (in un’opera di 308 pagine) i dott. Giese e Kahler in data 1 novembre 1938, con un’introduzione del dr. Krebs “borgomastro, consigliere di stato prussiano e Direttore della Lega per la protezione degli animali del Reich”.  Di quest’opera cercheremo di dare la pubblicazione in traduzione italiana (già ultimata) , che è la prima traduzione mondiale.        

[2]  Sono le tesi espresse da Schoenichen  nell’opera Naturschutz als volkische und internationale Kulturaufgabe (Protezione della natura come compito culturale popolare e internazionale), Jena 1942.  

[3]  Costruire abitare pensare, in Saggi e discorsi (1954), Mursia 1976, pp. 100-101 e p. 106.

[4]   Perché i poeti?, in Sentieri interrotti (1950), La nuova Italia 1968, p. 271.

[5]   La questione della tecnica, in Saggi e discorsi, cit., pp. 17 e 24.

[6]   Oltrepassamento della metafisica, in Saggi e discorsi, cit., pp. 63-65. 

[7]   Luc Ferry, Il nuovo ordine ecologico. L’albero, l’animale, l’uomo (1992), ed. Costa & Nolan 1994, p. 136. Ferry è stato nominato dal presidente della Repubblica francese ministro della pubblica istruzione. Incredibilmente nel mese di giugno del 2002 è stato tolto in Portogallo il divieto di introdurre la corrida.  Nessuna protesta o manifestazione pubblica è stata promossa da quei movimenti politici che dovrebbero essere testimonianza di lotta a favore del rispetto dei diritti degli animali. Il parlamento europeo ha taciuto su questo fatto, mentre andava discutendo sulla Carta europea dei diritti dell’uomo, rimanendo responsabile di una concezione antropocentrica dei diritti, nella solita confusione tra diritto e morale.  Nella “civile” Europa, che si crede tale per avere abolito la pena di morte, si trasforma in spettacolo la crudeltà sugli animali e il parlamento europeo non prende provvedimenti contro la Norvegia che si rifiuta di rinunciare alla caccia alle balene con la scusa ipocrita, come quella del Giappone,  della necessità di non interrompere le “ricerche scientifiche”, che vogliono mascherare soltanto tradizionali  richieste del palato.    

[8]  Tipico esempio della corruzione del diritto da parte della morale è la risposta che il governo ha dato ad un deputato della Lega Nord (Davide Ercoli) che fece un’interrogazione per stigmatizzare l’accettazione nei mattatoi del barbaro rito ebraico-islamico di macellazione, rilevando che non era ammissibile che la sofferenza dell’animale potesse essere subordinata ad una tradizione religiosa, essendo “il diritto alla non sofferenza un confine invalicabile”.  La risposta fu che l’Italia si era adeguata alla legislazione europea. A due anni di distanza con una seconda interpellanza (4 febbraio 2004)  il deputato Luigino Vascon (sempre della Lega Nord) stigmatizzò che fosse stato concesso agli islamici, anche fuori di un mattatoio, di appendere vivo un montone aspettando che morisse per dissanguamento.  La risposta ineffabile del ministro Giovanardi fu la medesima: l’Italia aveva già da sempre riconosciuto agli ebrei il rispetto del loro sistema di macellazione, inteso come rito sacrificale dettato dalla loro tradizione religiosa, recepito dagli islamici, e riconosciuto come eccezione anche dal parlamento europeo.  Il deputato Vascon replicò che non era ammissibile che ciò potesse avvenire in contraddizione con l’asserita politica di integrazione, che vuole che si rispettino le regole del Paese in cui gli immigrati si trovano.  Vi è da rilevare che contro questo obbrobrio giuridico, già prima ammesso a favore degli ebrei, nemmeno una protesta è stata mai mossa dai verdi animalisti. Per essi è più importante l’ideologia della società multirazziale rispetto alla sofferenza degli animali non umani. Contro questo scandalo è giusto essere ostili nei riguardi degli ebrei osservanti e antiislamici nella strenua difesa del diritto naturale, che non può ammettere eccezioni.

        (Abbiamo modificato il testo originario di 70 pagine pubblicato precedentemente negli <<Annali della Facoltà di Scienze della formazione>> di Cagliari (vol. XXVII, Parte I, 2004) e sequestrato giudiziariamente a causa di alcune querele presentate da ebrei credenti. Nel testo originario abbiamo scritto: “Contro questo scandalo è giusto essere antisemiti nei riguardi degli ebrei credenti e antiislamici nella strenua difesa del diritto naturale, che non può ammettere eccezioni. E’ valso soprattutto l’impiego del termine “antisemiti” (invece che “ostili”)  per promuovere finalmente, pur nella ingenua, ma prevista, reazione ideologica della stampa e della TV, un’eco al nostro testo sulla questione della macellazione ebraico-islamica, che altrimenti il testo non avrebbe potuto avere. 

       In Svezia e in Svizzera, oltre che in Austria, è proibita la macellazione senza previa privazione dei sensi dell’animale. Non si capisce perché il parlamento europeo o gli altri singoli Stati europei la debbano permettere.

[9]    Prendiamo qui in ipotesi come vera l’esistenza delle camere a gas, fatte salvi i dubbi e le obiezioni espressi nel saggio introduttivo, che attendono una risposta.   

[10]  Senza cambiare sostanzialmente alcunché – anzi aggiungendo una precisazione - abbiamo modificato il testo originario di 70 pagine, che diceva: <<Gli ebrei hanno sofferto meno nelle camere a gas naziste di quanto soffrano tuttora gli animali nei mattatoi a causa del “rito sacrificale” ebraico, accolto dagli islamici>>. Questo non significava approvare le camere a gas per gli ebrei credenti, come la malafede  - di  ebrei credenti e di non ebrei, caduti nella trappola di una frase che  poteva intenzionalmente alimentare tale malafede per provocare la loro reazione sulla stampa e alla TV ed ottenere, per contro, l’effetto di rendere così pubblico il barbaro “rito sacrificale” ebraico-islamico nei mattatoi  – ha voluto dare ad intendere. Bastava infatti l’assoluto divieto, previsto dalla legge nazista, di tale cosiddetto rito.   



[1] W.alter Schoenichen, Protezione della natura come compito culturale popolare e internazionale, Jena 1942. 

[2]  Luc Ferry, cit. p. 136. Incredibilmente nel mese di giugno del 2002 è stato tolto in Portogallo il divieto di introdurre la corrida.  Nessuna protesta o manifestazione pubblica è stata promossa da quei movimenti politici che dovrebbero essere testimonianza di lotta a favore del rispetto dei diritti degli animali. Il parlamento europeo ha taciuto su questo fatto,mentre va discutendo sulla Carta europea dei diritti dell’uomo alla luce dei “valori” della civiltà cristiana” , come se non fosse essa la maggiore responsabile di una concezione antropocentrica dei diritti, nella solita confusione tra diritto e morale.  Nella “civile” Europa, che  si crede tale per avere abolito la pena di morte, si trasforma in spettacolo la crudeltà sugli animali e il parlamento europeo non prende provvedimenti contro la Norvegia che si rifiuta di rinunciare alla caccia alle balene.   

[3]  Tipico esempio della corruzione del diritto da parte della morale è la risposta che il governo ha dato ad un deputato della Lega Nord (Davide Ercoli) che fece un’interrogazione per stigmatizzare l’accettazione nei mattatoi del barbaro rito ebraico-islamico di macellazione, rilevando che non era ammissibile che la sofferenza dell’animale potesse essere subordinata ad una tradizione religiosa, essendo “il diritto alla non sofferenza un confine invalicabile”.  La risposta fu che l’Italia si era adeguata alla prassi europea.  Nemmeno una protesta è stata mai mossa dai verdi animalisti su questo punto.  Per essi è più importante l’ideologia della società multirazziale rispetto alla sofferenza degli animali.

[4] Il monoteismo islamico, come quello giudaico, non soltanto è antinaturalistico, ma è anche rimasto estraneo, al contrario di quello cristiano, a qualsiasi tradizione giusnaturalistica, perché non mediato dalla filosofia greca.  Per di più, la dottrina cristiana ha cercato di assimilare anche la teoria dell’evoluzione, pur se interpretata come finalizzata alla formazione della specie umana. Così è stata sostituita la prima coppia con una comunità di uomini, a cui viene attribuito lo stesso  peccato originale. Su questo argomento cfr. P.Schoonenburg, Il mondo di Dio in evoluzione, Queriniana 1968; P. Smulders, Fede nella creazione ed evoluzione, in Aa.Vv., Riscoperta dell’uomo, Mondadori 1967; J. Moltmann, Dio nella creazione, Queriniana 1986; A. Haasw, L’idea dell’evoluzione e la concezione cristiana del mondo e dell’uomo, in Aa.Vv., op. cit.; M.J. Nicolas, Evoluzione e cristianesimo, da Teilhard d Chardin a S. Tomaso, Massimo 1973. Secondo Schoonenburg e Smulders è la Causa prima che guida l’evoluzione. Per Moltmann l’evoluzione deriva dalle energie dello Spirito cosmico, che è la presenza di Dio nel mondo.  L’importante per Haasw è superare l’evoluzione di Darwin e il gioco dei fattori casuali, per fondare l’evoluzione su un progetto divino. Schoonenburg,  rifiutando un intervento esterno di Dio, introduce un salto mutazionale  tra animale e uomo. Secondo Nicolas, che espone il pensiero di Teilhard de Chardin, l’homo sapiens è il punto di arrivo di umanità intermedie e convergenti in esso. L’humanitas originans, una volta raggiunto lo stadio del linguaggio  e del pensiero, sarebbe stato portato ad una rivelazione tramite un’alleanza con Dio. La rottura di tale alleanza avrebbe fatto venir meno la disposizione della grazia, coinvolgendo l’umanità successiva. L’autore riconosce tuttavia che tale soluzione lascia insoddisfatti.  A. Lappale (Messaggio biblico per il nostro tempo, Paoline 1969), non presume di poter  porre dei limiti alla  conoscenza scientifica e preferisce una sorta di agnosticismo nei confronti delle difficoltà che sorgono dalla teoria dell’evoluzione nei confronti della fede religiosa, soprattutto in relazione al momento in cui l’uomo avrebbe avuto l’anima immortale. Si riconosce  infatti, anche da parte di  E. Galbiati e A. Piazza (Pagine difficili della Bibbia, Massimo 1985), che il testo biblico ha un valore didattico e psicologico. Gli autori scrivono che Dio avrebbe guidato per gradi l’evoluzione e lo sviluppo del cervello sino a fargli assumere uno psichismo sufficiente per infondergli l’anima.

Nessun dibattito, al contrario, ha generato la teoria dell’evoluzione nel mondo islamico, essendo stata esclusa da ogni considerazione nei riguardi dell’uomo “La teoria dell’evoluzione della specie non ha creato problemi per le correnti (islamiche) riformiste che, pur ammettendola, sottolineavano l’appartenenza dell’uomo ad una stirpe specifica, escludendo quindi un’eventuale discendenza da animali, pesci o scimmie. Quindi la storia presenterebbe una frattura, uno iato, con l’apparizione dell’essere umano.”  (T. Ramadan, in A.Gresh A.Gresh-T.Ramadan, op. cit., p.170). E’ evidente che in tal modo è anche impossibile concepire da parte dell’Islam i diritti umani come diritti naturali.