Ravenna Festival

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Ravenna Festival
Il Teatro Dante Alighieri, una delle sedi del festival.
LuogoRavenna
Annidal 1990
Frequenzaannuale
Fondato daCristina Mazzavillani Muti
Dategiugno, luglio
Generemultidisciplinare
OrganizzazioneCristina Mazzavillani Muti, Franco Masotti e Angelo Nicastro (direzione artistica), Antonio De Rosa (sovrintendente)
Sito ufficialewww.ravennafestival.org/

Il Ravenna Festival è una manifestazione annuale di musica, spettacolo e cultura che, dal 1990, si svolge nella città di Ravenna e in località in zone circostanti, anche fuori provincia. Organizzato da Fondazione Ravenna Manifestazioni, ha luogo tradizionalmente tra giugno e luglio, ma dal 2012 si è esteso con l'introduzione della Trilogia d'Autunno, un breve periodo di programmazione dedicato principalmente all'opera.

Il calendario estivo del Festival è multidisciplinare e nel corso degli anni ha incluso eventi di musica sinfonica, musica da camera, opera, musica sacra, teatro, balletto, danza moderna e contemporanea, musical, musica etnica, elettronica, jazz, pop e rock. Ogni edizione si distingue per un titolo e uno o più temi portanti che vengono sviluppati attraverso parte della programmazione.

Uno dei tratti caratterizzanti della manifestazione è la scelta dei luoghi di spettacolo, estesa - oltre che al principale teatro cittadino, il Teatro Dante Alighieri, e a Palazzo Mauro De André - al patrimonio architettonico della città, a partire da alcuni dei monumenti parte del sito patrimonio dell'umanità UNESCO "Monumenti paleocristiani di Ravenna", fra cui le basiliche bizantine di San Vitale, Sant'Apollinare Nuovo e Sant'Apollinare in Classe.

Dal 1997 la programmazione estiva di Ravenna Festival include Le vie dell'Amicizia, progetto dedicato al dialogo fra popoli e culture attraverso la musica.

La manifestazione ha per orchestra residente, dal 2004, l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini[1] e a partire dal 2019 si è dotata di un proprio coro per le produzioni liriche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le prime edizioni (1990-1995)[modifica | modifica wikitesto]

È stato fondato nel 1990 da Maria Cristina Mazzavillani, moglie del direttore d'orchestra Riccardo Muti, ospite regolare della manifestazione.

La Rocca Brancaleone, prima sede di spettacolo del Festival

Dal 1990 al 1995 il Festival si avvalse della consulenza artistica del compositore e musicologo Roman Vlad, che aveva già ricoperto alte cariche in istituzioni musicali italiane e sarebbe successivamente diventato direttore artistico del Teatro alla Scala. L'edizione inaugurale[2] fu dedicata ad Antonio Salieri e alla Scuola di Vienna e si aprì, il 1º luglio, con il concerto dell'Orchestra Filarmonica della Scala e del Coro della Radio Svedese diretti da Riccardo Muti in un programma interamente mozartiano, presso la Rocca Brancaleone[3]. Questa fortezza, costruita nel XV secolo dai Veneziani, rappresentò il principale luogo di spettacolo nel 1990, accanto al Teatro Alighieri, ai Chiostri Francescani e alcune delle basiliche cittadine.

Luciano Pavarotti, protagonista di uno storico concerto presso il Porto di Ravenna

Gli anni immediatamente seguenti continuarono a caratterizzarsi per temi distintamente musicologici, con l'attenzione per compositori come Luigi Cherubini[4], Gioachino Rossini[5], Vincenzo Bellini e Richard Wagner[6][7], principalmente attraverso concerti sinfonici, concerti da camera e opere. Si alternarono sul podio, oltre a Muti, direttori d'orchestra quali Pierre Boulez, Carlo Maria Giulini, Lorin Maazel, Claudio Abbado, Georges Prêtre, Gianandrea Gavazzeni, Luciano Berio, Georg Solti, Seiji Ozawa, Giuseppe Sinopoli, Zubin Mehta. Ospiti ricorrenti i Wiener Philharmoniker, l'Orchestra del Teatro Mariinsky, l'Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Accademia Bizantina, l'Orchestra Sinfonica Nazionale RAI. Luciano Pavarotti fu protagonista, nel 1993, di un concerto presso il Porto di Ravenna[8].

Si esibirono inoltre i pianisti Michele Campanella, Aldo Ciccolini, Maurizio Pollini, Pierre-Laurent Aimard, Martha Argerich. Le regie delle opere furono affidate, fra gli altri, a Luca Ronconi e Pier Luigi Pizzi (quest'ultimo firmò la prima opera in scena, Les Danaïdes di Salieri[9]). La danza era invece principalmente rappresentata da balletti prodotti o coprodotti per il Festival e affidati al coreografo belga Micha van Hoecke[10].

Il tributo della manifestazione all'identità "dantesca" di Ravenna, dove Dante Alighieri era giunto esule nel 1318 e aveva trascorso i propri ultimi anni, fu rappresentato dalle Letture dantesche che videro coinvolti attori quali Paolo Poli, Enrico Maria Salerno, Gigi Proietti, Valentina Cortese, Sylvano Bussotti e i poeti Tonino Guerra e Attilio Bertolucci. Nel triennio 1993-1995 il Festival coprodusse un trittico dedicato alla Divina Commedia, con la regia da Federico Tiezzi: al Paradiso di Dante nel 1993, su drammaturgia di Giovanni Giudici e musiche di Salvatore Sciarrino[11], seguì nel 1994 il Purgatorio di Dante, su drammaturgia di Mario Luzi e musiche di Luigi Nono, e nel 1995 l'Inferno di Dante, su drammaturgia di Edoardo Sanguineti e musiche di Giacomo Manzoni[12]. Il progetto confermò l'attenzione del Festival per la musica contemporanea, anche attraverso esecuzioni prime e commissioni (la prima di queste era stata, nel 1991, a Franco Donatoni; il brano fu eseguito dal Ensemble InterContemporain diretto da Boulez)[13].

Nel corso di queste prime edizioni, estese per circa un mese fra fine giugno e fine luglio, il numero dei luoghi di spettacolo all'attivo del Festival quasi triplicò. Nel 1992 comparve in calendario il Palazzo Mauro De André[14]), ancora oggi una delle principali sedi della manifestazione, e nello stesso anno il Festival visitò per la prima volta una località fuori Ravenna con un appuntamento al Teatro Rossini di Lugo.

Gli anni 1996-2003[modifica | modifica wikitesto]

Con il titolo scelto per l'edizione del 1995, "Ravenna mediterranea fra Oriente e Occidente"[15] e riproposto anche nel 1996[16], si era aperta una nuova fase di programmazione. L'attenzione per la storia e il patrimonio della città, implicita nelle prime edizioni, divenne evidente nella scelta di temi mirati a far riflettere sull'identità di Ravenna come crocevia di culture[17]. La riflessione sul rapporto con l'Oriente determinò anche un crescente interesse per temi legati al viaggio, tanto nella dimensione religiosa del pellegrinaggio[18][19][20] quanto in quella commerciale della via dell'ambra e della via della seta[21] e in quella letteraria e poetica di cantastorie, trovatori e drammaturghi[22]. Fece eccezione l'edizione del 2002, dedicata a "New York: 11 settembre"[23], a seguito degli attentati terroristici che avevano colpito gli Stati Uniti l'anno precedente.

Liliana Cavani, regista per Cavalleria rusticana nel 1996 e Pagliacci nel 1998

Questi temi si tradussero in una maggiore presenza nei programmi di generi non appartenenti al canone classico. Se nel corso delle prime edizioni erano già intervenuti artisti come Franco Battiato, Ute Lemper e Pat Metheny, tra fine anni Novanta e primi anni Duemila la tendenza si consolidò con ospiti quali Keith Jarrett, Lou Reed, Bob Dylan, Enrico Rava, Bobby McFerrin, Goran Bregović, Marianne Faithfull. Accanto a jazz e rock, queste edizioni offrirono l'occasione per eventi dedicati alla musica popolare e a tradizioni musicali anche extra-europee. Questo è il caso, ad esempio, delle rassegne Luce d'Oriente (1999), viaggio musicale tra Bisanzio e Gerusalemme[24], Le vie dei gitani (2000), dedicata a musiche e danze dei popoli romaní[25], e Un'idea del Nord (2001), un percorso "dallo stretto di Bering al Mar Baltico" con artisti finlandesi, norvegesi e canadesi[26], ma anche dell'ampia sezione "russa" dell'edizione del 2003[27], in occasione del 300º anniversario della nascita di San Pietroburgo. Contribuì a quest'ultima anche la compagnia Helikon Opera, con un'opera mai rappresentata prima al di fuori della Russia: Kascej l'immortale di Nikolaj Rimskij-Korsakov.

Nel 1995 il centenario della nascita del cinema fu l'occasione per includere anche questo linguaggio nel programma, con la proiezione, allo storico Cinema Mariani, di tre film muti (Il gabinetto del Dottor Caligari, La passione di Giovanna d'Arco, Lulù)[28]. Il rapporto fra cinema e musica divenne un argomento ricorrente del Festival[29], che ha spesso accompagnato alle proiezioni l'esecuzione dal vivo delle colonne sonore (originali o create per l'occasione) e, dal 1999, ha raccolto questi appuntamenti nella sezione Musica e cinema. Fu invece il Giubileo del 2000 a sollecitare la creazione della rassegna In templo Domini. Musica sacra e liturgie nelle basiliche, che da allora si rinnova ogni anno proponendo l'accompagnamento musicale di liturgie nelle chiese della città[30].

Anche la sezione danza ricevette nuovo impulso, a partire dalla presenza di Maurice Béjart nel 1997 con il suo Béjart Ballet Lausanne e la Messe pour le temps présent[31]. Negli anni seguenti il Festival ospitò étoiles come Alessandra Ferri e Sylvie Guillem e formazioni storiche come il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e quello del Teatro Mariinsky, ma anche i coreografi contemporanei Bill T. Jones ed Emio Greco.

Diressero per la prima volta al Festival, in questi anni, Carlos Kleiber, Chung Myung-whun, Valerij Gergiev, Jeffrey Tate, James Levine, Dennis Russel Davies, Kent Nagano. Furono inoltre ospiti Mstislav Rostropovič, Mischa Maisky, Alexander Toradze, Giovanni Sollima. Fra gli artisti specializzati in musica antica spicca invece l'Hilliard Ensemble.

La crescita nel numero di eventi e l'ampliarsi degli orizzonti può essere ricondotto anche al contributo di Franco Masotti e Angelo Nicastro, che cominciarono ad affiancare Maria Cristina Mazzavillani Muti, già Presidente del Festival, nelle scelte di programmazione. Cristina Muti, negli anni a seguire, si sarebbe dedicata con crescente impegno alla regia, a partire dal proprio esordio nel 2001 con I Capuleti e i Montecchi di Vincenzo Bellini. Questa produzione di Ravenna Festival si distinse per un inedito impiego di tecnologie multimediali e in particolare delle proiezioni video[32].

Liliana Cavani fu invece alla regia di Cavalleria rusticana nel 1996[33] e di Pagliacci nel 1998[34]; per entrambe le produzioni salì sul podio Riccardo Muti, mentre scene e costumi furono firmati rispettivamente da Dante Ferretti e Gabriella Pescucci. Pagliacci fu anche l'occasione per ospitare per la prima volta al Festival Placido Domingo. Nell'ambito del teatro di prosa, per la dedica a William Shakespeare che caratterizzò il programma nel 2001[21][35], Eimuntas Nekrosius firmò Otello mentre la compagnia catalana La Fura dels Baus portò in scena ØBS, rilettura del Macbeth[36].

1997: nasce "Le vie dell'Amicizia"[modifica | modifica wikitesto]

L'ottava edizione del Festival vide l'introduzione di un progetto[37] che, riproposto annualmente, è diventato uno degli appuntamenti caratterizzanti del Festival. Da Sarajevo, città dilaniata dal conflitto in Bosnia ed Erzegovina e oggetto di assedio dal 1992 al 1996, giunse un appello alla Direzione del Festival per costruire quello che sarebbe stato descritto come un "ponte di amicizia attraverso l'Adriatico"[38][39]. Il 14 luglio 1997 Riccardo Muti e l'Orchestra e il Coro della Scala raggiunsero Sarajevo, grazie al ponte aereo dell'Aeronautica Militare Italiana, per l'esecuzione del Canto degli spiriti sulle acque di Schubert, lo Shicksalslied di Brahms e l'Eroica di Beethoven al centro Skenderija. Il concerto fu la replica dello stesso evento proposto a Ravenna il giorno precedente. Agli artisti italiani si unirono membri dell'Orchestra Filarmonica di Sarajevo.

La stessa formula di due concerti, l'uno a Ravenna e l'altro in luoghi simbolo della storia antica e contemporanea, entrambi diretti da Riccardo Muti con la partecipazione di formazioni italiane e musicisti originari delle città meta del viaggio, fu consolidata negli anni. Tra le destinazioni toccate anche Beirut, Gerusalemme, Mosca, Erevan e Istanbul, New York, Il Cairo, Damasco, Nairobi, il Sacrario Militare di Redipuglia in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, Teheran, Kiev.

Gli anni 2004-2010[modifica | modifica wikitesto]

Le edizioni degli anni 2000 svilupparono alcune delle traiettorie già intraprese negli anni precedenti, ma il 2004 rappresentò un momento spartiacque nella storia della manifestazione come soggetto produttivo, con la fondazione dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini[1][40]. Creata da Riccardo Muti come strumento di congiunzione fra mondo accademico e attività professionale, l'Orchestra ha sede a Piacenza e Ravenna. Dotata per la prima volta di un'orchestra residente, Ravenna Festival cominciò a impiegare la Cherubini nelle proprie produzioni[41][42] e in progetti come Le vie dell'Amicizia o La scuola napoletana.

Le tematiche di questi anni, pur ancora fortemente inclini a esplorare la vocazione "orientale" di Ravenna declinandola anche nel tema del "deserto" (inteso sia come luogo fisico che simbolico)[43], approfondirono diversi aspetti della spiritualità: la dimensione della preghiera e del rito[44], l'opposizione fra luce e tenebra[45], la figura di San Paolo[46], l'Apocalisse[47]. Fecero eccezione l'edizione 2006, con la dedica a Mozart[48][49], e quella del 2008, concentrata sulle figure femminili nella musica e nelle arti con il titolo "Erranti, erotiche, eretiche"[50].

Ennio Morricone

Gli appuntamenti di musica sinfonica videro sul podio, oltre a direttori che avevano già partecipato a precedenti edizioni, anche Jurij Temirkanov, Krzysztof Penderecki, Charles Dutoit, Daniele Gatti, Wayne Marshall, Daniel Barenboim, Kurt Masur. Fra i solisti spiccarono Alfred Brendel, Grigorij Sokolov, Lang Lang e Herbie Hancock. I concerti continuarono ad essere espressione di generi diversi, con la partecipazioni di artisti quali i Jethro Tull[51], i Massive Attack, The Chieftains, Brian Wilson, Youssou N'dour e, fra gli italiani, Ennio Morricone, Paolo Conte, Laura Pausini. Alla musica contemporanea fu dato spazio con rassegne come l'Omaggio a Giacinto Scelsi (2008), ospiti come Philip Glass per la prima italiana di Orion (2004)[52] e la London Sinfonietta in concerti che inclusero anche video di Bill Viola e di Peter Greenaway (2005), commissioni come quella ad Adriano Guarnieri dell'opera-video Pietra di diaspro su testi dall'Apocalisse di Giovanni e da poesie di Paul Celan, con la regia di Cristina Muti. Di Guarnieri il Festival coprodusse con il Teatro dell'Opera di Roma anche Tenebrae, cantata video-scenica ispirata a Caravaggio e ai Responsoria di Gesualdo da Venosa; con testi di Massimo Cacciari e regia di Cristina Muti, l'opera debuttò a Ravenna nel 2010[53][54]. L'esecuzione del melologo Lélio, ou le retour à la vie di Berlioz, diretto da Muti, offrì l'occasione invece per coinvolgere Gérard Depardieu come voce recitante[55].

La danza continuò a essere ampiamente rappresentata: furono per la prima volta a Ravenna in questi anni la Martha Graham Dance Company, l'Hamburg Ballet, la Merce Cunningham Dance Company, il Tokyo Ballet, il Cloud Gate Dance Theater di Taiwan, la Compagnia Virgilio Sieni e, fra gli interpreti, Roberto Bolle. Nel 2007 si aprì una fortunata relazione con il coreografo Matthew Bourne, che a partire dal suo Swan Lake continuò a proporre le proprie creazioni in prima o in esclusiva italiana a Ravenna, a inclusione di Dorian Gray, Cinderella, Sleeping Beauty e The Car Man (2015)[56].

La scena teatrale si divise fra l'accoglienza di grandi produzioni dall'estero, per esempio I La Galigo di Robert Wilson (2004)[57] e Ur Hamlet e Don Giovanni all'inferno dell'Odin Teatret di Eugenio Barba (2006)[58], e l'attenzione per le compagnie del territorio (Teatro delle Albe, Fanny & Alexander...), con progetti come Le botteghe del teatro, tre giorni di programmazione in luoghi anche non teatrali e all'aperto. Il teatro musicale (comparso per la prima volta in programmazione nel 2002 con West Side Story) acquisì un nuovo profilo, con il contributo di Opera North per le prime rappresentazioni in Italia di One Touch of Venus di Kurt Weil e di Julietta di Bohuslav Martinů nel 2005[59], ma anche con l'introduzione fra i luoghi di spettacolo del PalaCredito di Romagna di Forlì[60], che a partire dal 2008 avrebbe accolto Cats, Mamma Mia!, Evita, The Rocky Horror Show.

Ai palcoscenici della manifestazione si aggiunse, nel 2006, anche Palazzo San Giacomo a Russi, per secoli residenza di campagna dei conti Rasponi: il Festival prese ad allestire il prato adiacente all'edificio, trasformato in una quinta per appuntamenti di varia natura, spesso dedicati alle danze popolari, dalla pizzica[61] al tango, dalle tradizioni balcaniche a quelle irlandesi.

Nello stesso anno fu introdotta Alle 7 della sera, rassegna rimasta in programmazione fino al 2012. Inaugurati come Mozartiadi per l'edizione dedicata al compositore salisburghese e conosciuti sin dall'anno seguente anche come "concerti delle 7" (benché comprendessero anche momenti di teatro, letture, danza), gli eventi proposti erano accomunati dall'orario di programmazione, dalla gratuità e dall'alternare ai luoghi di spettacolo tradizionali del Festival sedi alternative, fra cui la Loggetta lombardesca, i Giardini Speyer, la Chiesa del Monastero delle Carmelitane, l'anfiteatro della Banca Popolare di Ravenna adiacente al Giardino Rasponi, o delle Erbe Dimenticate. Gli ospiti comprendevano musicisti dell'Orchestra Giovanile Cherubini in formazioni da camera, gruppi del territorio, ma anche artisti coinvolti in produzioni e spettacoli del calendario principale.

Riccardo Muti

2006-2011 La scuola napoletana[modifica | modifica wikitesto]

Il vivo interesse dimostrato da Riccardo Muti nel promuovere attivamente la riscoperta dei compositori e delle opere della Scuola napoletana del Settecento, testimoniato anche nel presentare nel 2006 il Don Pasquale di Gaetano Donizetti come punto d'arrivo di una doppia tradizione che discende da Mozart e dai compositori napoletani[62], si concretizzò in una serie di allestimenti che, fra il 2007 e il 2011, videro Ravenna Festival e l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini collaborare con il Festival di Salisburgo, nell'ambito del Pfingstfestspiele (Festival di Pentecoste)[63]. Divenutone direttore artistico, Muti diresse a Salisburgo e Ravenna:

Obiettivo del progetto quinquennale era svelare quanto profondo e persistente fosse il contributo della Scuola napoletana alla musica europea, anche mozartiana, di quei secoli. Oltre alla messa in scena delle opere, cui si accostarono oratori come la Missa defunctorum di Paisiello e l'inedito Oratorio a quattro voci di Alessandro Scarlatti, fu prevista la realizzazione della stampa moderna in edizione critica di ciascun titolo, a cura della casa editrice Ut Orpheus. Alla regia si alternarono negli anni Ruggero Cappuccio, Andrea De Rosa, Cesare Lievi, Marco Gandini ed Emilio Sagi.

Gli anni 2011-2019[modifica | modifica wikitesto]

Mentre l'edizione 2012[68] ripropose l'attenzione per la dimensione spirituale, concentrata in questo caso sul monachesimo e le fraternità[69], nel 2011[70] e nel 2013[71] il Festival fu dedicato a due aspetti della cultura popolare, rispettivamente la fiaba[72] e il ballo, quest'ultimo soprattutto nell'accezione regionale di balera[73]. Nel 2014[74] il centenario dello scoppio della Grande Guerra divenne il tema portante della 25ª edizione[75], mentre nel 2017[76] un altro centenario, quello della Rivoluzione d'ottobre, fu lo spunto per esplorarne la stagione creativa con eventi quali la prima italiana dell'opera futurista Vittoria sul sole di Michail Matjušin, ricostruita dal Teatro Stas Namin di Mosca[77]. Figure chiave del Novecento della lotta contro l'apartheid e del movimento per i diritti civili, Nelson Mandela e Martin Luther King furono invece ricordati nelle edizioni 2016[78][79] e 2018[80][81].

A partire dal 2015, 750º anniversario della nascita di Dante, la manifestazione dedicò al poeta nuove energie e spazi di programmazione, in un percorso il cui orizzonte era l'apertura delle celebrazioni del settimo centenario della morte a Ravenna. Mentre l'edizione 2015[82][83] fu intitolata all'Amor che move il sole e l'altre stelle (Par., XXXIII, v. 145), quella del 2019[84], la 30° per il Festival, scelse la citazione di un verso dall'incontro con Ulisse (Inf., XVI) per riflettere sul rapporto fra Ravenna e il mare, ma anche sulle radici classiche della cultura europea e italiana[85].

Per l'edizione 2015 il Festival commissionò una nuova opera ispirata all'ultimo verso del Paradiso ad Adriano Guarnieri, in coproduzione con il Festival dei due Mondi, mentre a Nicola Piovani fu affidata la composizione di un'opera ispirata alla Vita nuova[86]. Nel 2017 si è aperta la prima fase di un progetto triennale di teatro partecipato affidato a Marco Martinelli ed Ermanna Montanari di Ravenna Teatro / Teatro delle Albe. La Chiamata pubblica per la Divina Commedia ha portato in scena Inferno (2017)[87] e Purgatorio (2019) e si concluderà nel 2021 con Paradiso. Per ogni cantica sono stati coinvolti, attraverso la formula della chiamata pubblica e incontri-laboratori, centinaia di cittadini di Ravenna e del territorio, impegnati a vario titolo nella produzione, anche come attori e figuranti.

Il legame fra arti dello spettacolo e l'opera e la figura di Dante è al centro di Giovani artisti per Dante, rassegna nata nel 2016[88] per accogliere progetti di giovani autori under 35 nell'ambito della musica, del teatro, della danza, per brevi eventi di circa mezz'ora, in programma alle 11 del mattino negli Antichi Chiostri Francescani accanto alla Tomba del poeta. Sempre nel 2016, furono introdotti anche i Vespri a San Vitale, brevi concerti di musica sacra proposti nella Basilica di San Vitale alle sette di sera[89]. Entrambe le rassegne hanno accolto anche proposte selezionate attraverso bandi internazionali e hanno garantito l'ingresso al pubblico al costo simbolico di un Euro. I Vespri si sono inseriti nel costante impegno della manifestazione per la programmazione di musica sacra nelle chiese della città, che negli anni ha contato anche su formazioni vocali della scena internazionale quali The Tallis Scholars, The Sixteen, Graindelavoix, Cantores Minores della Cattedrale di Helsinki, l'Estonian Philharmonic Chamber Choir.

Svetlana Zakharova, più volte ospite della manifestazione

Nel 2010 fu incluso in programma il primo concerto trekking, formula che abbina momenti di spettacolo dal vivo a itinerari escursionistici attraverso il paesaggio naturale e umano del territorio e delle zone limitrofe. Con particolare attenzione alla riscoperta degli spazi, ma anche delle attività, dell'enogastronomia e delle tradizioni, i concerti trekking sono organizzati in collaborazione con Trail Romagna, associazione sportiva dilettantistica. Negli anni furono proposti cammini sulle tracce di Anita e Garibaldi[90], di Dino Campana e persino del Mazapégul, il folletto del folklore romagnolo.

Diressero per la prima volta al Festival in questo decennio Iván Fischer con la sua Budapest Festival Orchestra, Semyon Bychkov, Emmanuel Krivine, Daniel Harding con la Mahler Chamber Orchestra, James Conlon, Leonard Slatkin, Esa Pekka Salonen; fra i solisti in scena Yo-Yo Ma, Mitsuko Uchida, Anne-Sophie Mutter, Leōnidas Kavakos, Mario Brunello, Denis Matsuev, Emanuele Arciuli, le sorelle Katia e Marielle Labèque in concerto con il Giardino Armonico. Rilevante anche la partecipazione, nel 2018, del compositore ucraino Valentin Syl'vestrov cui fu dedicata una sezione del programma.

Tra il 2016 e il 2019 tre rassegne esplorarono le potenzialità rispettivamente del violoncello (con i 100 Cellos di Giovanni Sollima ed Enrico Melozzi)[91], della chitarra elettrica (in collaborazione con Rockin'1000)[92] e delle percussioni[93]. Nel 2017 fu invece ospitata un'edizione speciale del Darbar Festival di Londra[94], mentre il progetto Black Is Beautiful e l'omaggio a Mandela del 2016 fornirono lo spunto per ospitare artisti africani come Seun Kuti, Tony Allen, Hugh Masekela, Louis Moholo. La scena alternativa, rock, sperimentale, pop fu rappresentata da decani quali David Byrne, Joan Baez, Nick Mason, Stewart Copeland, Steve Vai, Burt Bacharach; ma anche da Ólafur Arnalds, Jonny Greenwood, Ben Harper, Tame Impala, Anna Calvi; dagli italiani Francesco De Gregori, Vinicio Capossela, Giovanni Lindo Ferretti, Baustelle e dall'attore Neri Marcorè nelle insoliti vesti di cantante. A progetti musicali collaborarono attori quali Elio Germano e John Malkovich.

La danza continuò a rappresentare una parte rilevante della programmazione, con coreografi della nuova generazione come Dada Masilo, Wayne McGregor, Sidi Larbi Cherkaoui, Olivier Dubois, Shen Wei, Ivan Putrov e firme ormai storiche come Trisha Brown, Twyla Tharp, Alonzo King, Shobana Jeyasingh, Mark Morris. Furono ospitate per la prima volta a Ravenna Batsheva Dance Company, Momix, Dance Theatre of Harlem, Ballet Nacional de Cuba. Fra le étoiles, invece, Svetlana Zakharova.

Nell'autunno 2019 Cristina Muti decise di ritirarsi dalle attività di direzione artistica e assunse la carica di Presidente Onorario[95].

Anna Netrebko, ospite della Trilogia d'Autunno dedicata a La bohème nel 2015

2012: nasce la Trilogia d'Autunno[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012 fu introdotta la Trilogia d'Autunno, segmento di programmazione ideato da Cristina Muti, collocato nei mesi autunnali (generalmente fra ottobre e novembre) e caratterizzato dall'alternarsi al Teatro Alighieri di tre differenti eventi in sere consecutive. Nelle produzioni che videro Cristina Muti alla regia di titoli d'opera, la Trilogia divenne l'occasione per sperimentare tecnologie della scenografia, della fonica e dell'illuminotecnica, ma anche per coinvolgere la nuova generazione di cantanti e musicisti[96].

In questo senso la Trilogia coltiva quanto già sperimentato in altri progetti e produzioni curati dal Festival, il cui palcoscenico è stato un'esperienza formativa importante per la carriera di alcuni artisti: fra questi, Vittorio Grigolo (Tebaldo ne I Capuleti e i Montecchi, 2001), Nicola Alaimo (Conte di Luna ne Il trovatore, 2003), Mario Cassi (Dottor Malatesta nel Don Pasquale diretto da Muti, 2006), Eleonora Buratto (Creusa nel Demofoonte diretta da Muti, 2009), Rosa Feola (Inez ne I due Figaro diretta da Muti, 2011). Nell'ambito della Trilogia, nel 2019 Carmen fu l'occasione per il debutto alla regia di un'opera dell'attore, regista e baritono Luca Micheletti; per la direzione delle opere furono coinvolti anche giovani direttori come Hossein Pishkar[97] e Vladimir Ovodok[98], già allievi dell'Italian Opera Academy di Riccardo Muti.

Nel corso degli anni furono portati in scena soprattutto titoli verdiani, anche in occasione del bicentenario della nascita del compositore nel 2013[99], mentre nel 2015 la Trilogia fu dedicata a La bohème di Puccini, con la partecipazione di Riccardo Muti e Anna Netrebko[100], e nel 2017 al Verismo. Fecero eccezione le edizioni 2014, quando fu ospitato in esclusiva nazionale il Balletto Mariinskij con tre titoli[101], e 2016 con le produzioni di operetta provenienti dai teatri di Budapest.

Gli anni della pandemia (2020-2021)[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 maggio 2020, mentre in Italia si allentavano progressivamente le restrizioni per contenere la prima ondata della pandemia di COVID-19, Ravenna Festival annunciò una nuova edizione[102]. Manifestazioni ed eventi in tutta Italia erano stati sospesi fin dall'inizio del lockdown nazionale con il DPCM 9 marzo 2020[103], ma la Direzione del Festival aveva già reso pubblica l'intenzione di presentare al Ministro Dario Franceschini - in collaborazione con le associazioni Anfols, Atit e ItaliaFestival - nuovi protocolli di sicurezza che potessero permettere la ripresa delle attività di spettacolo[104][105]. L'annuncio di maggio ebbe un impatto globale, in quanto il concerto inaugurale del 21 giugno con Riccardo Muti, l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e il soprano Rosa Feola fu identificato con il ritorno alla musica dal vivo e all'attività dei festival in Italia[106][107][108]. Seguirono altri due annunci da parte del Festival: quello del 5 giugno[109], di poco precedente il DPCM[110] che dal 15 giugno avrebbe riaperto anche teatri e luoghi di spettacolo, conteneva il programma completo dell'edizione rivisitata, mentre il 19 giugno[111] fu confermato che per la prima volta nella storia del Festival tutti gli eventi sarebbero stati anche trasmessi in diretta streaming gratuita su un nuovo sito creato ad hoc[112]. L'entrata in vigore del DPCM 24 ottobre 2020[113], che conteneva la nuova sospensione di eventi aperti al pubblico di fronte alla seconda ondata della pandemia, determinò l'annullamento della Trilogia d'Autunno. Il 22 e 29 novembre furono trasmessi in streaming due concerti di Riccardo Muti con l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, filmati nel Teatro Alighieri[114].

La stessa formula - accoglienza del pubblico nel rispetto della normativa vigente e trasmissione streaming - si è rinnovata anche nel 2021, quando l'edizione è stata dedicata a Dante Alighieri in occasione del settimo centenario della morte del Poeta[115].

Se entrambe le edizioni negli anni di pandemia sono state accomunate da una preferenza per i luoghi di spettacolo all'aperto (principalmente la Rocca Brancaleone, ma anche lo Stadio dei Pini di Cervia, che ha ospitato la nuova rassegna Il Trebbo in musica[116], e il Pavaglione di Lugo), l'edizione 2021 si è distinta per l'alto numero di spettacoli e per le nuove produzioni e commissioni in tributo a Dante[117] (tra cui tre nuove composizioni commissionate a Giovanni Sollima, Tigran Mansurian e Valentin Silvestrov). In questi anni sono stati ospiti per la prima volta: Beatrice Rana, Filippo Gorini, Daniil Trifonov, Sergio Castellitto, Isabella Ferrari, Brunori Sas, Arto Lindsay, Tosca, Elio. Tra settembre e ottobre 2021 la Trilogia fu dedicata a Dante con tre appuntamenti in prima: Dante Metànoia, coreografia tripartita di e con Sergei Polunin[118], la produzione Faust rapsodia di Luca Micheletti su musiche di Schumann e testi di Goethe, Paradiso XXXIII di e con Elio Germano e Teho Teardo.

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

anno ed. date titolo
1990 1-31 luglio Salieri e la Scuola di Vienna[2]
1991 28 giugno - 24 luglio Cherubini e la Scuola francese[4]
1992 20 maggio Concerto straordinario per i 500 anni dalla scoperta dell'America / Philadelphia Orchestra
22 giugno - 21 luglio Intorno a Rossini[5]
1993 26 giugno - 24 luglio Bellini e Wagner[6]
1994 16 giugno - 23 luglio Bellini e Wagner (anno secondo)[7]
1995 18 giugno - 24 luglio Ravenna mediterranea tra Oriente e Occidente[15]
1996 10 giugno - 22 luglio Ravenna mediterranea tra Oriente e Occidente (anno II)[16]
1997 19 giugno - 26 luglio La via dei Romei. I pellegrinaggi della fede[18]
1998 15 giugno - 26 luglio I pellegrinaggi della fede, anno II. Donna mater, voci erranti nel mondo[19]
1999 10° 20 giugno - 21 luglio I pellegrinaggi della fede, anno III. Verso Gerusalemme[20]
2000 11° 18 giugno - 24 luglio Cantastorie, gitani e trovatori[22]
2001 12° 22 giugno - 24 luglio Dalla via dell'ambra alla via della seta...in compagnia del grande Bardo[21]
2002 13° 19 aprile Anteprima: Bob Dylan
13 giugno - 22 luglio New York: 11 settembre[23]
2003 14° 19 giugno - 21 luglio Ravenna visionaria "pellegrina e straniera"[27]
2004 15° 10 giugno - 25 luglio Illuminazioni sulla via di Damasco[46]
11 novembre Le vie dell'Amicizia: Damasco-Ravenna
2005 16° 18 giugno - 24 luglio Il deserto cresce...viaggio tra simbolismo e utopia[43]
2006 17° 17 giugno - 22 luglio Mozart? Mozart![48]
14-18 dicembre La scuola napoletana: "Don Pasquale"
2007 18° 1 giugno Anteprima: Arrevuoto / Ubu sotto tiro
19 giugno -22 luglio La pietra di diaspro "quando il cielo si squarcerà"[47]
15, 16 dicembre La scuola napoletana: "Il ritorno di Don Calandrino"
2008 19° 13 giugno - 19 luglio Erranti, erotiche, eretiche[50]
19, 21 dicembre La scuola napoletana: "Il matrimonio inaspettato"
2009 20° 14 giugno - 18 luglio …lâ ilahâ illâ… Quando ti sento arrivare il mio cuore danza, le mie braccia si aprono[44]
3, 5, 7 luglio La scuola napoletana: "Demofoonte"
2010 21° 7 giugno - 13 luglio Ex tenebris ad lucem[45]
2, 4, 5, 6 luglio La scuola napoletana: "Betulia liberata"
2011 22° 5 giugno - 9 luglio Fabula in Festival[70]
2012 23° 27 aprile Anteprima: Chicago Symphony Orchestra
16 maggio Anteprima: Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
9 giugno - 15 luglio Nobilissima visione[68]
9-18 novembre Trilogia d'Autunno: Aspettando Verdi. Rigoletto, Il trovatore, La traviata
2013 24° 5-10 febbraio Anteprima: Momix "Alchemy"
23 maggio - 20 luglio Alchimie popolari “Una balera ai giardini”[71]
8-17 novembre Trilogia d'Autunno: Verdi & Shakespeare. Macbeth, Otello, Falstaff
2014 25° 5 giugno - 11 luglio 1914: l’anno che ha cambiato il mondo[74]
2-8 ottobre Trilogia d'Autunno: Il Teatro Mariinskij a Ravenna. Il lago dei cigni, Trittico '900, Giselle
2015 26° 25 maggio - 26 luglio L’Amor che move il sole e l’altre stelle[82]
9-14 dicembre Trilogia d'Autunno: Dedicato a Puccini. Un progetto per Bohème
2016 27° 13 maggio - 23 luglio Ho camminato sulla lunga strada per la libertà[78]
14-21 ottobre Trilogia d'Autunno: Lungo il Danubio. La contessa Maritza, Il pipistrello, La vedova allegra
2017 28° 25 maggio - 22 luglio Il rumore del tempo[76]
17-26 novembre Trilogia d'Autunno: Sull'orlo del Novecento. Cavalleria rusticana, Pagliacci, Tosca
2018 29° 1 giugno - 23 luglio We Have a Dream[80]
23 novembre - 2 dicembre Trilogia d'Autunno: Nabucco, Otello, Rigoletto
2019 30° 5 giugno - 16 luglio Per l'alto mare aperto[84]
1-10 novembre Trilogia d'Autunno: Dal belcanto agli albori del verismo. Norma, Aida, Carmen
2020 31° 3 giugno - 17 luglio Dolce color d'oriental zaffiro (annullata causa pandemia di COVID-19)
6-15 novembre Trilogia d'Autunno: Progetto Dante. Sergej Polunin, Don Giovanni, Faust (annullata causa pandemia di COVID-19)
2020 bis 31° 21 giugno - 30 luglio Nuova edizione[109] re-immaginata nel contesto della pandemia di COVID-19
6-14 novembre Trilogia d'Autunno: la Danza, la Musica, la Parola. Dedicata a Dante (annullata causa pandemia di COVID-19)
2021 32° 9 maggio Anteprima: Wiener Philharmoniker
2 giugno - 31 luglio Dedicato a Dante[115]
1-5 sett., 1-3 e 11-13 ott. Trilogia d'Autunno: la Danza, la Musica, la Parola
2022 33° 25 maggio Anteprima: Ludovico Einaudi
1 giugno - 21 luglio Tra la carne e il cielo. Nei 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini[119]
31 ottobre - 6 novembre Trilogia d'Autunno: Mozart - Da Ponte
2023 34° 28 maggio - 6 giugno Anteprime
7 giugno - 23 luglio Le città invisibili[120]
16-22 dicembre Trilogia d'Autunno: una trilogia secondo Riccardo Muti

Luoghi di spettacolo[modifica | modifica wikitesto]

A Ravenna:

Nella provincia di Ravenna:

In altre province:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b sito ufficiale dell'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
  2. ^ a b pagina dedicata alla prima edizione nel sito di Ravenna Festival.
  3. ^ Ravenna riscopre Salieri. Il festival parte con Muti, in Corriere della sera, 1º luglio 1990.
  4. ^ a b pagina dedicata alla II edizione, 1991, nel sito di Ravenna Festival
  5. ^ a b pagina dedicata alla III edizione, 1992, nel sito di Ravenna Festival
  6. ^ a b pagina dedicata alla IV edizione, 1993, nel sito di Ravenna Festival
  7. ^ a b pagina dedicata alla V edizione, 1994, nel sito di Ravenna Festival
  8. ^ Carla Moreni, C'è Pavarotti in mezzo al mar, in Il Giorno, 21 luglio 1993.
  9. ^ Pietro Piovani, Due secoli dopo, Salieri, in Il Messaggero, 5 luglio 1990.
  10. ^ Debutta il poema di Micha van Hoecke. La danza di Dante, in La Repubblica, 14 luglio 1990.
  11. ^ A Ravenna il Paradiso di Giudici e Sciarrino, in il Giornale, 17 luglio 1993.
  12. ^ Anna Tonelli, Se Dante all'Inferno trova i Magazzini, in La Repubblica, 14 luglio 1995.
  13. ^ Torna Boulez all'Alighieri, in La Repubblica, 21 luglio 1991.
  14. ^ Grande attesa per Muti e la Philadelphia Orchestra al Pala De André, in L'Unità, 19 maggio 1992.
  15. ^ a b pagina dedicata alla VI edizione, 1995, nel sito di Ravenna Festival
  16. ^ a b pagina dedicata alla VII edizione, 1996, nel sito di Ravenna Festival
  17. ^ Luciana Fusi, Ravenna, alla ricerca delle radici culturali, in Amadeus, giugno 1995.
  18. ^ a b pagina dedicata alla VIII edizione, 1997, nel sito di Ravenna Festival
  19. ^ a b pagina dedicata alla IX edizione, 1998, nel sito di Ravenna Festival
  20. ^ a b pagina dedicata alla X edizione, 1999, nel sito di Ravenna Festival
  21. ^ a b c pagina dedicata alla XII edizione, 2001, nel sito di Ravenna Festival
  22. ^ a b pagina dedicata alla XI edizione, 2000, nel sito di Ravenna Festival
  23. ^ a b pagina dedicata alla XIII edizione, 2002, nel sito di Ravenna Festival
  24. ^ Roberto Verti, Sufismo e nastro magnetico risplendono di luce d'Oriente, in Il Resto del Carlino, 29 giugno 1999.
  25. ^ Giuseppe Videtti, I mille colori della musica rom, in La Repubblica, 3 luglio 2000.
  26. ^ Suoni dal grande Nord: tra tundre e iceberg, in Il Sole 24 Ore, 18 giugno 2001.
  27. ^ a b pagina dedicata alla XIV edizione, 2003, nel sito di Ravenna Festival
  28. ^ Sandro Camerani, Tre film a Ravenna Festival. Omaggio ai cento anni del cinema, in Corriere di Ravenna, 19 giugno 1995.
  29. ^ Emanuele Garofalo, Quelle relazioni pericolose, in Il Sole 24 Ore, 12 giugno 2008.
  30. ^ Giuseppe Verrucchi, L'Arcivescovo Verrucchi: 'In templo Domini è un grande dono di Ravenna Festival', in QN, 18 giugno 2006.
  31. ^ Mario Pasi, La "Messa"-appello di Béjart emoziona la platea di Ravenna, in Corriere della sera, 28 giugno 1997.
  32. ^ Laura Dubini, Giulietta e Romeo, magie al computer, in Corriere della Sera, 23 giugno 2001.
  33. ^ Stefania Ulivi, La Cavani: Turiddu, strana passione, in Corriere della sera, 15 maggio 1996.
  34. ^ Fabrizio Festa, Muti affronta i 'Pagliacci', in La Repubblica, 17 giugno 1998.
  35. ^ Carlo Maria Cella, Ravenna Festival, tutto per Shakespeare, in Il Resto del Carlino, 19 dicembre 2000.
  36. ^ Fabrizio Festa, Ossessioni catalane pensando a Macbeth, in La Repubblica, 4 luglio 2001.
  37. ^ pagina dedicata al "Le vie dell'Amicizia" nel sito di Ravenna Festival.
  38. ^ Riccardo Muti "Il mio concerto dedicato a Sarajevo", Repubblica, 26 aprile 1997.
  39. ^ Un ponte di musica e solidarietà, in Il Resto del Carlino, 18 giugno 1997.
  40. ^ Muti battezza l'orchestra dei giovani, Repubblica, 15 luglio 2004.
  41. ^ Angelo Foletto, La scommessa di un Faust costruito sui giovani, in La Repubblica, 27 giugno 2005.
  42. ^ Alberto Cantù, Muti racconta alla Cherubini un Beethoven da maestro, in Il Giornale, 29 giugno 2005.
  43. ^ a b pagina dedicata alla XVI edizione, 2005, nel sito di Ravenna Festival
  44. ^ a b pagina dedicata alla XX edizione, 2009, nel sito di Ravenna Festival
  45. ^ a b pagina dedicata alla XXI edizione, 2010, nel sito di Ravenna Festival
  46. ^ a b pagina dedicata alla XV edizione, 2004, nel sito di Ravenna Festival
  47. ^ a b pagina dedicata alla XVIII edizione, 2007, nel sito di Ravenna Festival
  48. ^ a b pagina dedicata alla XVII edizione, 2006, nel sito di Ravenna Festival
  49. ^ Carla Maria Casanova, Mozart? Proprio lui, il geniale Amadeus, in QN, 17 giugno 2006.
  50. ^ a b pagina dedicata alla XIX edizione, 2008, nel sito di Ravenna Festival
  51. ^ Andrea Degidi, Jethro Tull, il piacere di rivederli. E con Conte sogni il bianco e nero, in QN, 24 giugno 2007.
  52. ^ Alla ricerca di perle musicali guidati dalle stelle di Orione, in Il Resto del Carlino, Ravenna, 5 giugno 2004.
  53. ^ Le tenebre di Guarnieri in video e voci sui nastri, Repubblica, 18 giugno 2010.
  54. ^ Ravenna Festival: Tenebrae, RadioEmiliaRomagna, 24 agosto 2010.
  55. ^ Enrico Groppali, Muti e Depardieu, in Il Giornale, 25 giugno 2008.
  56. ^ Sergio Trombetta, Carmen di Bizet diventa un meccanico nel dance thriller del geniale Bourne, in La Stampa, 31 maggio 2015.
  57. ^ Leonetta Bentivoglio, Il mio teatro è la fine del mondo, anzi l'inizio, in Il Venerdì di Repubblica, 4 giugno 2004.
  58. ^ Sergio Colomba, Così Barba e l'Odin Teatret raccontano il loro 'Don Giovanni', in QN, 17 giugno 2006.
  59. ^ Michael Mantle: l'Opera North le nozze di arte e divertimento, Repubblica, 16 giugno 2005.
  60. ^ Andrea Degidi, Quando i gatti cominciano a ballare il musical diventa kolossal, in Il Resto del Carlino, Ravenna, 18 giugno 2008.
  61. ^ In riva al fiume scoppia la folle notte della taranta, in Il Resto del Carlino, 30 giugno 2007.
  62. ^ (EN) George Loomis, Muti's young cast brings new vigor to 'Don Pasquale', in International Herald Tribune, 30 ottobre 2007.
  63. ^ Juri Giannini, Un progetto di Riccardo Muti. Salisburgo napoletana, in Il giornale della musica, maggio 2007.
  64. ^ Paolo Gallarati, Paisiello e Muti. Così Salisburgo canta Napoli, in La Stampa, 11 maggio 2008.
  65. ^ Muti presenta il 'Demofoonte', in Il Resto del Carlino, Ravenna, 1º luglio 2009.
  66. ^ Enrico Gatta, Betulia liberata, in QN, 2 luglio 2010.
  67. ^ Anna Tonelli, L'omaggio di Muti al Ravenna Festival, in scena 'I due Figaro' dimenticati, in La Repubblica, 24 giugno 2011.
  68. ^ a b pagina dedicata alla XXIII edizione, 2012, nel sito di Ravenna Festival
  69. ^ Andrea Rinaldi, Suoni, visioni, in Corriere della Sera, 2 giugno 2012.
  70. ^ a b pagina dedicata alla XXII edizione, 2011, nel sito di Ravenna Festival
  71. ^ a b pagina dedicata alla XXIV edizione, 2013, nel sito di Ravenna Festival
  72. ^ Alessandro Rigolli, Ravenna in fabula, in Il Giornale della Musica, giugno 2011.
  73. ^ Enrico Gatta, Ballo liscio, étoile & Verdi: è Ravenna Festival, in QN, 3 marzo 2013.
  74. ^ a b pagina dedicata alla XXV edizione, 2014, nel sito di Ravenna Festival
  75. ^ Musica, sentinella della guerra, in Il Sole 24 Ore, 25 maggio 2014.
  76. ^ a b pagina dedicata alla XXVIII edizione, 2017, nel sito di Ravenna Festival
  77. ^ Pierachille Dolfini, Il sol dell'avvenire brillò nel futurismo russo, in Avvenire, 20 giugno 2017.
  78. ^ a b pagina dedicata alla XXVII edizione, 2016, nel sito di Ravenna Festival
  79. ^ Annamaria Corrado, Danza sulle ali della libertà. Ravenna onora Mandela, in Il Resto del Carlino, 6 dicembre 2015.
  80. ^ a b pagina dedicata alla XXIX edizione, 2018, nel sito di Ravenna Festival
  81. ^ Enrico Parola, Nel "sogno" di Luther King classica, teatro, danza e folk, in Corriere della sera, 26 maggio 2018.
  82. ^ a b pagina dedicata alla XXVI edizione, 2015, nel sito di Ravenna Festival
  83. ^ Guido Barbieri, La Divina Sinfonia, in La Repubblica, 31 maggio 2015.
  84. ^ a b pagina dedicata alla XXX edizione, 2019, nel sito di Ravenna Festival
  85. ^ Giangiorgio Satragni, Emozioni in mare aperto. Dante è il filo conduttore tra Adriatico e Mediterraneo, in La Stampa, 2 giugno 2019.
  86. ^ Rita Sala, L'Alighieri in musica, in Il Messaggero, 4 giugno 2015.
  87. ^ Renato Palazzi, "Inferno", il colossal della città-palcoscenico, in Il Sole 24 Ore, 14 maggio 2017.
  88. ^ Giovani artisti uniti per Dante, in La Nazione, Firenze, 5 febbraio 2016.
  89. ^ San Vitale fra suoni e voci mistiche. La magia dei Vespri in basilica, in Il Resto del Carlino, Ravenna, 5 maggio 2016.
  90. ^ Concerto trekking: i luoghi danno spettacolo, in Il Resto del Carlino, Ravenna, 17 giugno 2011.
  91. ^ Pierfrancesco Pacoda, Benvenuti a Cellolandia: il distretto del violoncello, in Il piacere della lettura, 11 giugno 2016.
  92. ^ Riccardo Piaggio, Cento chitarre elettriche per dare corpo all'utopia, in Il Sole 24 Ore, 20 maggio 2018.
  93. ^ Annamaria Corrado, Tamburi nella notte, un evento epocale, in Il Resto del Carlino, Ravenna, 14 giugno 2019.
  94. ^ Enrico Gatta, India, i suoni dell'anima, in Il piacere della lettura, QN, 25 giugno 2017.
  95. ^ Chiara Bissi, L'annuncio: Cristina Muti sarà presidentessa onoraria, in Corriere Romagna, 15 dicembre 20159.
  96. ^ Annamaria Corrado, Aspettando Verdi. Una Trilogia come preludio del bicentenario, in QN, 19 ottobre 2012.
  97. ^ pagina Archiviato il 20 giugno 2021 in Internet Archive. dedicata a Hossein Pishkar, nel sito dell'Italian Opera Academy
  98. ^ pagina Archiviato il 27 luglio 2021 in Internet Archive. dedicata a Vladimir Ovodok, nel sito dell'Italian Opera Academy
  99. ^ Enrico Gatta, Giovane e geniale. Verdi in mano ai ragazzi, in QN, 11 novembre 2013.
  100. ^ Luca Baccolini, Sotto le stelle di Puccini con Muti e la Netrebko, in La Repubblica, Bologna, 19 ottobre 2012.
  101. ^ Marinella Guatterini, Ottime punte per Ravenna, in Il Sole 24 Ore, 12 ottobre 2014.
  102. ^ annuncio sul sito di Ravenna Festival.
  103. ^ DPCM 9 marzo 2020 sul sito della Gazzetta Ufficiale.
  104. ^ annuncio sul sito di Ravenna Festival.
  105. ^ Giugno live? Dal Ravenna Festival un progetto pilota per lo spettacolo dal vivo, Amadeus, 2 maggio 2020.
  106. ^ Muti to conduct classical music’s return to Italian stage, Associated Press, 22 maggio 2020.
  107. ^ Riccardo Muti eröffnet Ravenna Festival: Italiens erstes Konzert seit dem Lockdown, SWR2, 23 giugno 2020.
  108. ^ Flaminia Bussotti, Muti a Ravenna apre i festival. Il 21 giugno il primo concerto, in Il Messaggero, 23 maggio 2020.
  109. ^ a b pagina dedicata alla XXXI edizione sul sito di Ravenna Festival.
  110. ^ DPCM 11 giugno 2020 sul sito della Gazzetta Ufficiale.
  111. ^ annuncio sul sito di Ravenna Festival.
  112. ^ portale streaming di Ravenna Festival.
  113. ^ DPCM 24 ottobre 2020 sul sito della Gazzetta Ufficiale.
  114. ^ Muti e l'Orchestra Cherubini in streaming anche su Ansa.it, ANSA, 18 novembre 2020.
  115. ^ a b pagina dedicata alla XXXII edizione sul sito di Ravenna Festival.
  116. ^ Elisa Bianchini, Marcorè, Pelù, Elio, Servillo per un Trebbo in musica 2.1, in Corriere Romagna, 30 maggio 2021.
  117. ^ Valerio Cappelli, Ravenna Festival. Una lunga edizione dedicata a Dante: in 65 giorni 121 appuntamenti, in Corriere della sera, 9 maggio 2021.
  118. ^ Valeria Crippa, Polunin: attratto dagli opposti danzo tra paradiso e inferno, in Corriere della sera, 2 settembre 2021.
  119. ^ pagina dedicata alla XXXIII edizione sul sito di Ravenna Festival.
  120. ^ pagina dedicata alla XXXIV edizione sul sito di Ravenna Festival.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]